Cura Italia Edilizia per il Coronavirus

FONTE della notizia  (ANSA.it) – ROMA, 02 APR – Un “Cura Italia dell’edilizia”, con snellimento della burocrazia e rilancio degli investimenti pubblici per consentire un domani la ripresa di un settore già da anni in profonda crisi e che l’emergenza corona virus ha fatto precipitare in una situazione drammatica. E’ la proposta lanciata dalla Federazione degli Ordini degli architetti del Lazio, che in un lungo documento sottolineano la necessità di mettere subito in campo “una riforma strutturale che parta da una strategia e una visione di lungo termine”.
Servono oggi, premettono gli architetti, “misure che tengano conto di tutta la filiera del settore edile”, dalle imprese ai professionisti, dalle rivendite di materiali e agli artigiani senza dimenticare gli agenti immobiliari. Perché oltre a far fronte ai mancati incassi, si dovrà tenere conto delle mancate commesse. Da qui le proposte per la ripresa, che vanno dallo snellimento dei tempi e delle procedure alle detrazioni fiscali per la riqualificazione degli edifici storici; dall’istituzione di uno Sportello Unico nelle varie amministrazioni all’allineamento delle diverse piattaforme digitali. E ancora: dalla rivisitazione dei piani di rigenerazione urbana ad un piano straordinario per le periferie e l’emergenza abitativa.
Tra le proposte anche il “rilancio di un piano per la messa in sicurezza degli edifici, azioni coordinate per arginare i fenomeni di dissesto idrogeologico, l’adeguamento sismico, l’eliminazione delle barriere architettoniche”. Quanto al versante economico, gli architetti chiedono “finanziamenti agevolati per l’efficientamento energetico, l’istituzione di un fondo per dare nuovo impulso a opere pubbliche e di un fondo a sostegno della libera professione”. Questo oltre a detrazioni, impulso al mecenatismo, coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).
“La sospensione dei vincoli imposti dal patto di stabilità, annunciata dalla Commissione Europea – concludono – deve essere colta come l’opportunità di una Cura Italia più ampia dell’emergenza di queste settimane e che si dispieghi negli anni a venire, in una inversione di tendenza degli investimenti pubblici per un grande progetto di ricostruzione/rigenerazione delle città e del territorio italiano”. (ANSA).

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